Gli ombretti shimmer e le labbra vestite di nuance dark, perfettamente delineate dalla matita (che c’è e si vede), soprattutto nella versione overline, la tecnica amatissima da Jennifer Lopez e Chiara Ferragni. Gli stili casual e grunge, gli stivali con le zeppe delle Spice Girls e l’iconico hair-look di Jennifer Aniston in Friends. Le citazioni nostalgiche degli anni ’90, una delle tendenze contemporanee più forti, continuano a definire le scelte estetiche di oggi. E dal guardaroba e il make-up si estendono alla cura della pelle con il ritorno in auge dagli acidi, le molecole che a cavallo del nuovo millennio inaugurarono una gloriosa fase in cosmetica e soprattutto in medicina estetica: quella dei peeling.
Il gruppo più “nutrito” (e più noto) è quello degli alfaidrossiacidi (AHA), derivati dalla frutta. A seguire svettano i betaidrossiacidi (BHA) e poi i più delicati poli-idrossiacidi (PHA). Vale a dire: tra i migliori alleati per esfoliare la pelle in superficie e, a seconda del principio attivo e della concentrazione nella formula, pure per rigenerarla in profondità, donando al viso (ma anche al décolleté e volendo alla schiena) un effetto setoso, compatto e luminoso. «Quella degli acidi è una missione multifunzionale, che si è evoluta nel tempo e alla quale si è aggiunta, solo in fase successiva, anche quella riempitiva e biorivitalizzante, con l’introduzione di molecole come l’acido ialuronico, che però, a dispetto del nome, tecnicamente non è un acido, ma un glicosaminoglicano (GAG), ovvero uno zucchero», spiega la dermatologa Mariuccia Bucci, presidente dell’ISPLAD.
Il ritorno degli acidi
Gli acidi di nuova generazione, sia ad uso cosmetico (in percentuali basse, fino al 15-20% max) sia medico-estetico (a concentrazioni elevate, dai 20% in su), sono stati sdoganati dalla variabile età, tanto da essere tra i trattamenti più amati anche tra la Gen Z. E non solo per la loro azione curativa, per esempio sull’acne, ma anche per il loro essere degli ottimi prejuvenation. «Eseguiti con cadenza regolare, tranne che in estate o comunque non in prossimità dell’esposizione al sole, in generale i peeling agli acidi “allenano” la pelle ad autorigenerarsi. E la grande varietà di formule oggi a disposizione, che spesso includono combinazioni di più molecole, consente al medico di adattarli ad ogni esigenza e tipologia cutanea, oltre al grado d’invecchiamento», racconta ancora Bucci.
Di più: anche i peeling cosmetici domiciliari hanno molte frecce al loro arco. L’esfoliazione che producono, stimolando il turnover cellulare, migliora non solo i fenomeni di rifrazione e riflessione della luce, ma anche la grana e la texture della pelle. Per questo favoriscono anche la migliore abbronzatura possibile, con un colore più ambrato, omogeneo e duraturo, e un’applicazione del self-tan a regola d’arte. Insomma: val la pena conoscere in dettaglio le potenzialità di questi evergreen della skincare, professionale ma anche domiciliare. E soprattutto è importante sapere quali si possono usare anche in questa stagione e quali vanno invece rinviati a settembre.
AHA: i bestseller degli acidi, dal glicolico al mandelico
Agli alfaidrossiacidi (AHA) appartengono l’acido glicolico, estratto dalla canna di zucchero (il preferito da Angelina Jolie), l’acido malico (dalla mela), il citrico (dal limone), il mandelico (dalla mandorla amara) e l’acido lattico (il più amato da Reese Witherspoon). Sono usati anche nei cosmetici, soprattutto come leviganti ed illuminanti, ma poiché possono dare irritazione e foto-sensibilità, non vanno applicati d’estate o durante il giorno e vanno evitati, o selezionati con cura e con l’aiuto del dermatologo, se la pelle è tendenzialmente sensibile. Tra i più utilizzati nei peeling medici c’è l’acido glicolico: «È utile in particolare per migliorare la grana della pelle e per contrastare il fotoinvecchiamento e gli esiti dell’acne», ricorda la dottoressa Bucci. In media sono sufficienti 6-7 sedute, da effettuarsi a distanza di 15 giorni l'una dall'altra, per ottenere una pelle flawless. Nelle formule cosmetiche, l’acido glicolico può essere presente nelle concentrazioni del 2%, oppure dall’8 e fino al 20%.
Quello del momento è l'acido tranexamico, ad azione schiarente e illuminante, ma i più diffusi nelle formule cosmetiche sono l'acido glicolico e gli acidi della frutta per il viso e il gluconolattone per il corpo: nella gallery di seguito, dieci prodotti a base di acidi per esfoliare, levigare, ma anche schiarire, illuminare e idratare viso e corpo.Acidi della frutta ma non solo: i peeling fai da te per viso e corpo
Nel primo caso, la bassa concentrazione, stimolando la produzione di proteine idratanti e zuccheri (proteoglicani e glicosaminoglicani), conferisce ai prodotti solo proprietà idratanti. «Dall’8% in su, invece, l’acido glicolico accelera anche il turnover della pelle, e con applicazioni quotidiane, sprona i fibroblasti a produrre collagene ed elastina, aiutando così a ripristinare la compattezza e l’elasticità dei tessuti. Inoltre, ha proprietà schiarenti e sebonormalizzanti e per questo è adatto anche per le pelli acneiche», dice Bucci. Nella concentrazione al 20%, l’acido glicolico si trova anche in formule corpo utili per contrastare le smagliature di recente formazione (rosse). Un altro AHA bestseller è l’acido mandelico. «Essendo una molecola molto “ingombrante”, passa lentamente attraverso la pelle e per questo risulta meno aggressivo degli altri AHA e tollerato, in casi selezionati, anche dalle pelli sensibili. Può essere utilizzato per peeling medici molto delicati, alla concentrazione del 40%, per un’azione esfoliante progressiva», dice Bucci. Avendo anche proprietà antisettiche, l’acido mandelico è utile anche per l’acne. Ma compare più frequentemente nelle creme cosmetiche antietà, per l’azione depigmentante e attiva, in generale, contro il fotoinvecchiamento.
L'acido salicilico, la star dei BHA
Un’altra categoria di molecole ad azione (altamente) esfoliante e stimolante il turnover cellulare sono i BHA, beta-idrossiacidi, che in cosmetica praticamente s’identificano con l’acido salicilico, amatissimo anche dall’attrice Margot Robbie. Segni particolari del salicilico: è uno dei protagonisti principe dei cosiddetti peeling medici superficiali, da ripetere a distanza di 15 giorni l’uno dall’altro per un totale di 4-5 sedute. «Utilizzato in concentrazioni tra il 15-20%, il salicilico ha solo un effetto cheratolitico, ossia rimuove le cellule morte. Per questo è indicato, in particolare, per assottigliare lo strato corneo, ridurre il diametro dei pori dilatati e per combattere gli esiti dell’acne», dice Bucci.
L’acido salicilico, assieme all’acido lattico, al resorcinolo e all'alcol è presente anche nella soluzione di Jessner, un peeling medico dalla notevole azione schiarente e levigante e per questo particolarmente indicato per cancellare le macchie scure, incluso il cloasma o melasma. In sieri e creme, invece, l’acido salicilico è generalmente contenuto nella percentuale del 2%. «Anche nei prodotti cosmetici, agisce da esfoliante superficiale e da stimolante del rinnovamento cellulare, uniformando il colorito e attenuando le macchie scure. In estate, però, meglio sospenderlo, perché pur non essendo fotosensibilizzante, soprattutto nelle pelli più scure può favorire le iperpigmentazioni», sottolinea la dermatologa.
Benefico per chi soffre di acne, rosacea e couperose, l'acido salicilico deve la sua recente e improvvisa fama anche alle sue proprietà anti-infiammatorie e batteriostatiche che ci aiutano a combattere i problemi derivanti dall'uso continuo e prolungato della mascherina. Nella gallery, alcuni dei cosmetici più famosi da usare a casa I prodotti a base di acido salicilico, star della pandemia
PHA: gli acidi multi-tasking
I poli-idrossiacidi (PHA) sono dei meravigliosi principi attivi ad effetto esfoliante delicato, utilizzati principalmente in cosmetica. I più diffusi sono l’acido lattobionico e il gluconolattone, che hanno effetti analoghi agli AHA, ma a differenza di questi ultimi non sono a rischio di produrre effetti irritativi. Tranne l’acido lattobionico in concentrazioni più elevate (vedi a seguire), possono essere utilizzati anche dalle pelli più delicate, mattino e sera e in qualsiasi stagione, perché non interagiscono con i raggi UV. Altre peculiarità: oltre a ridurre il diametro dei pori e a stimolare il turnover cellulare, idratano a fondo e tonificano.
Il gluconolattone, in particolare, è una molecola che si trova naturalmente nella pelle, ma tende a diminuire con l’età. «I cheratinociti e i fibroblasti sintetizzano e convertono l’acido gluconico e il gluconolattone a ribosio e a desossiribosio, rispettivamente le basi fondamentali del RNA e del DNA. In sostanza, il gluconolattone ha un ruolo basilare nei processi intermedi del rinnovamento cellulare», dice Bucci. Anche l’acido lattobionico è un ottimo ingrediente cosmetico, dall’azione variabile secondo la concentrazione nella formula. Tra il 2 e l'8% e a ph 5.5, ad esempio, svolge una profonda azione idratante e fotoprotettiva, aumentando l'elasticità della pelle e lasciandola liscia e morbida dopo ogni applicazione. «In concentrazioni tra l'8-10% e a pH 3.8-4, invece, si trasforma in un ottimo levigante e schiarente, che attenua macchie scure, rughe, cicatrici da acne e smagliature, moltiplicando la radiosità. Ma a questa concentrazione e con queste finalità, bisogna astenersi dall’esposizione al sole durante il trattamento», avverte Bucci.
New entry: l'acido tranexamico
Tra le nuove molecole antimacchia, spicca l’acido tranexamico. Si distingue rispetto agli altri acidi non solo perché viene utilizzato solo come schiarente delle iperpigmentazioni, in particolare del melasma, ma anche perchè è lo stesso principio attivo di un medicinale antiemorragico. È efficace soprattutto nei fototipi chiari o medi, molto meno, invece, nei fototipi scuri. «Studi recenti hanno scoperto che questa molecola, utilizzata in concentrazione al 5%, ha efficacia nel prevenire il legame del plasminogeno ai cheratinociti, con un effetto a cascata: sopprime la formazione di prostaglandine, riduce l’attività dell’enzima tirosinasi, frenando la formazione delle macchie», spiega Bucci. L’acido tranexamico si trova sia in creme e sieri per uso domiciliare, sia in peeling medici spesso in combinazione con altri acidi, come il lattico, il citrico, il salicilico e il mandelico. La buona notizia sul fronte “stagionale”: se usato da solo, si può applicare anche in tarda primavera e d’estate.
L'acido ascorbico e l'acido retinoico
Anche le vitamine antiossidanti top, la C e la A, hanno una “forma acida”. Per inciso, l’acido ascorbico è la forma più pura e più attiva della vitamina C. Vale a dire: è tra gli antiossidanti più vigorosi nell’azione e più multitasking. Uniforma e schiarisce l’incarnato, funzionando da splendido antimacchie; migliora la microcircolazione cutanea, a beneficio anche di un’eventuale couperose, e contrasta sia il crono che il fotoinvecchiamento, nonchè la glicazione (processo che compromette la conformazione e la rigenerazione delle proteine, favorendo rughe e increspature della pelle). «L’acido ascorbico interviene in diversi meccanismi fondamentali della sintesi del collagene. Inoltre, contrastando la glicazione, controlla di rimbalzo l’infiammazione che, oltre ad essere una delle maggiori cause dell’invecchiamento, favorisce l’eccesso di sebo, dunque l’untuosità e l’acne», spiega Bucci. Oltre che nella skincare adatta per tutte le stagioni (non è fotosensibilizzante), la vitamina C è utilizzata anche nei trattamenti medico-estetici biorivitalizzanti in associazione ad altre vitamine, ad aminoacidi e ad acido ialuronico.
Tra i migliori attivi anti-età, la vitamina C pura o acido ascorbico è uno degli ingredienti più amati dai dermatologi: potente antiossidante naturale, integrata nella routine skincare aiuta a ridurre linee sottili e profonde, migliorare la luminosità del viso e ricompattare la pelle. Ma non solo: è capace di rafforzare il suo sistema immunitario, soprattutto se associata ad altre vitamine, come la B3 o niacinamide e la B5 o pantenolo, e ad altre sostanze dermo attive come acido ialuronico e acido ferulico. Una combinazione possibile solo nei sieri più d'avangiardia, grazie all'evoluzione della ricerca bio-ingegneresticaLe creme viso alla vitamina C che rafforzano le difese della pelle
Anche la vitamina A ha la sua forma acida, per inciso l’acido retinoico, che è regolato però come farmaco. Sotto forma di peeling ambulatoriale, l’acido retinoico ha goduto negli anni 90 di un vero e proprio exploit come rimedio per l’acne, per le rughe e le macchie solari e senili. «Ancora oggi si utilizza, ma in concentrazioni più controllate rispetto al passato, per limitarne così le reazioni eccessive, come la forte desquamazione, l’eritema, il bruciore, e per beneficiare solo del suo notevole effetto antietà», spiega Bucci. Il retinolo, invece, non è un acido, bensì la forma alcolica della vitamina A, che è notoriamente una delle molecole bestseller delle creme e dei sieri destinate alle palli più mature. Oltre a controllare l’effetto lucido – è un ottimo seboregolatore -, il retinolo è infatti tra gli antiaging più potenti: regola la cheratizzazione, stimola la produzione delle fibre di sostegno del derma e contrasta la degradazione del collagene da parte degli enzimi. «Il retinolo cosmetico, a differenza del retinoico farmaco, non è fotosensibilizzante, ma può rendere la pelle più delicata al sole. Per questo motivo, meglio accantonare le creme e i sieri che lo contengono nel periodo estivo», avverte la dottoressa Bucci.
Derivato della Vitamina A naturalmente prodotto dalla nostra pelle, il retinolo agisce stimolando il processo di rinnovamento cellulare e aiuta a ridurre i segni dell'invecchiamento, la perdita di tono ed elasticità, ma anche a migliorare la texture della pelle irregolare. Nella gallery, le texture viso e occhi che correggono le rughe usando il retinolo Creme e sieri viso a base di retinolo
Vademecum: le cinque regole degli acidi
1) Non abbinare le formule a base di AHA con il retinolo: l’azione esfoliante risulterebbe eccessiva. Inoltre, in alcuni casi gli AHA potrebbero ossidare il retinolo, inattivandone di conseguenza l’azione. I due ingredienti, però, possono essere utilizzati in diversi momenti della giornata o a giorni alterni, da settembre in poi.
2) No anche alla combo AHA e vitamina C. Associata agli acidi della frutta, la vitamina C non solo tende a perdere la sua efficacia, ma potrebbe irritare le pelli più sensibili.
3) Se la pelle è sensibile, meglio optare per i poli-idrossiacidi, acido lattobionico e gluconolattone. Tra gli AHA, si possono però valutare, insieme al dermatologo, l’uso di quelli meglio tollerati anche dalle epidermidi delicate, come l’acido mandelico, il lattico, il malico e il citrico.
4) Acido ascorbico e poliidrossiacidi a parte, meglio usare acidi e retinolo per la skincare serale, sia per assecondare i processi rigenerativi che avvengono fisiologicamente di notte nella pelle, sia per evitare l’interazione fotosensibilizzante delle molecole con la luce naturale.
5) Se la sera si utilizzano formule a base di acidi, anche molto soft, a maggior ragione per la crema giorno è tassativo applicare sempre un SPF molto alto, anche in città.