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“Mi laureo mercoledì in Biologia, ma mio padre sarà allo stadio a vedere la finale della Roma”

Lo sfogo di una ragazza a «I Lunatici» su Radio 2: «Lui ha trovato i biglietti per la finale dell’Europa League e mi ha detto che non ci sarà». E gli ascoltatori si dividono. Ma persino De Rossi resterà a casa perché si diploma il figlio

Emanuela Minucci
Aggiornato alle 2 minuti di lettura

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«Mi chiamo Marta e vorrei raccontarvi una cosa che mi sta facendo rimanere male. Mercoledì mi laureo in biologia ma mio padre non sarà alla cerimonia perché mi ha detto di aver trovato dei biglietti per la finale di Europa League della Roma a Budapest. Per un uomo di 60 anni la laurea della figlia viene dopo la sua squadra di calcio». Sembra una provocazione sentita a Zelig, una battuta che circola all’università, un’esperienza in bilico fra incredibile e amaro raccontata da un saggio sul disagio giovanile.

E invece è uno sfogo vero. Lo sfogo di Marta che ha scelto di raccontare questa incredibile verità a una radio, durante una puntata de «I Lunatici» andata in onda ieri in diretta su Radio 2. Naturale che dopo le parole della giovane laureanda si sia scatenato un dibattito infuocato che ha diviso gli ascoltatori (anche se si fatica a credere che qualcuno parteggiasse per il padre che preferisce la Magica a sua figlia).

Eppure il pubblico si è spaccato in due. Da una parte i sostenitori della ragazza che sono inveiti con frasi come «Ma come si fa a mettere una partita di pallone davanti a un traguardo così importante per un figlio?». Dall’altra chi non se la sentiva di condannare il padre: «Alla fine scegliere una cosa del genere non è per forza sinonimo di cattiveria ed egoismo, se quel signore è un vero tifoso va compreso, anche le mamme e i papà devono fare cose per loro e non sempre e solo per i figli». I biglietti per la finale sono quasi impossibile da rimediare e fra i fan del padre c’è chi ha anche proposto alla figlia di spostare la data di discussione della tesi e confessato che avrebbero fatto lo stesso, mentre in molti hanno scongiurato il padre di non andare. Dibattito lunare ai «Lunatici», dunque.

Per carità. È vero che mercoledì 31 maggio quando la Roma giocherà contro il Siviglia la finale di Europa League per molti romanisti sarà una delle partite della vita, da cerchiare in rosso. «Un traguardo storico per i ragazzi di Mourinho, che avranno dopo la notte di Tirana l’opportunità appena un anno dopo di alzare un altro trofeo» scrivono alcuni giallorossi simpatizzanti del padre di Marta. Ma resterà cerchiata in rosso anche nel vissuto di questa ragazza che in quella giornata in cui raggiungerà il traguardo di una vita di studi non avrà il piacere di condividere questo successo con il padre. Lui preferirà assistere alle gesta di Pellegrini e compagni alla «Puskas Arena» che non ascoltare nella sala lauree della facoltà di Biologia la tesi, magari pure meritoria di lode, della figlia.

Il caso De Rossi
Il padre di Marta andrà alla partita nonostante la laurea della figlia mentre l’ex capitano giallorosso se ne priverà per lo stesso motivo. Daniele De Rossi giorni fa ha scritto su Instagram un lungo post scherzoso, riferendosi ai tanti tifosi che lo hanno contattato poiché a caccia di un biglietto per la finale: «Buongiorno a tutti… No, non ho biglietti per la finale di Budapest. Non posso rimediarli, non posso comprarne, non ho agganci e non chiamerò i giocatori perché presumo che riceveranno mille messaggi al giorno anche loro. La Roma tramite Vito Scala mi ha gentilmente invitato e con grande dispiacere ho dovuto rifiutare, ma quando un pezzo del tuo cuore si diploma tu non puoi mancare, non c’è finale che tenga. Fate i bravi, ve prego».

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