Veneto. Terra di grandi vini. Terra, se ci inoltriamo tra i confini della Valpolicella classica, di grandissimi rossi come quelli che vengono coltivati a San Pietro in Cariano, nel cuore pieno del territorio.Qui da secoli l’antica famiglia nobile dei Saibante possedeva terreni, vigneti e dimore. Su questi stessi terreni oggi insiste il lavoro coraggioso e giovane dei fratelli Maria Elena e Mario Balestrieri che omaggiano il territorio con la linea di Corte Saibante, tanto quanto la sua storia secolare di grande attitudine alla viticoltura.

Un progetto che dà origine a vini ben proiettati nel futuro - dai sapori netti eppure agili - eppure ben radicati in quella che è la storia centenaria della Valpolicella classica. Vini moderni, eppure dichiaratamente identitari.
Come il Valpolicella Ripasso Superiore 2017: un vino icona della cantina, che viene proposto ogni anno a differenza di quanto invece accade con l’Amarone. “Dopo il ripasso sulle bucce a febbraio, fa un lungo passaggio in legno, un misto fra botti da 5 ettolitri e botti da 20” un 18 mesi di media che precedono un anno di riposo in bottiglia. Un lavoro ben congegnato, che segna l’idea di un vino ben lavorato ma che resta luminoso, leggero e moderno. La stessa idea che come spiega Maria Elena Balestrieri “è alla base della concezione stessa delle nuove etichette”. Un vino definito in molte occasioni da Mario Balestrieri, co-titolare della cantina - “il vino di seconda generazione” che segna una nuova vita dell’azienda che affonda le radici nei vigneti di famiglia ma che, di fatto, ha poco più di undici anni di vita, essendo stata fondata nel 2012. O meglio, è rinata nel 2012, quando i due fratelli hanno deciso di dare una nuova - intima - vita ai vigneti di famiglia e di cominciare a vinificare in proprio, con una loro filosofia, le uve che venivano prodotte nei terreni di proprietà.

“Siamo un’azienda giovane e dinamica - raccontano -, che vede finalmente realizzarsi i risultati di tanti anni di lavoro sui campi. Un passo dopo l’altro siamo giunti a compiere scelte importanti e adesso siamo orgogliosi di poter raccontare la nostra storia, il nostro modo di vivere il vigneto e la cantina, e ovviamente anche fieri di proporre i nostri vini, perfetta espressione del terroir da cui nascono e della filosofia di chi li produce”.
Filosofia. Un concetto importante, che va di pari passo con il termine ecologia. Fin da subito la famiglia ha saputo che l’amore per quel territorio doveva in qualche modo riversarsi nei vini ed è così che la scelta per la coltivazione in regime biologico è stata quasi un prosieguo naturale dell’idea che sta alla base di questa cantina. La certificazione è arrivata nel 2022 e ha legittimato un metodo di lavoro che era già reale e concreto da tempo e che nasceva dalla volontà “di tradurre con fedeltà in bottiglia le caratteristiche del territorio”. Un territorio in questo caso ricco di argilla e ben esposto al sole, coltivato principalmente con uve autoctone come Corvina, Corvinone e Rondinella. La Valpolicella è amata e rispettata anche da questo versante ed è raccontata con entusiasmo.

Oltre al vino-icona, concludono attualmente il carnet di vini della Corte Saibante il Valpolicella Classico (ottenuto dalle uve dei vigneti più giovani di Corvina, Corvinone e Rondinella. È fresco e da un colore brillante e vivace, caratteristiche che non vanno a inficiarne né la struttura né la persistenza) e il Valpolicella Classico Superiore (corposo e intenso nonostante la gradazione alcolica abbastanza contenuta, come tendenze moderne vogliono, ha grande carattere). Last, but not least ovviamente, l’Amarone della Valpolicella Classico Superiore DOCG, decisamente elegante e dalla struttura complessa che guarda lontano nel tempo a un invecchiamento per cui è naturalmente vocato. Un grande classico che riesce a essere contemporaneo e rampante. Esattamente come i vini di Corte Saibante vogliono essere.