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Centinaio: "Kidman salva il pianeta mangiando insetti? Preferisco la bistecca"

Gian Marco Centinaio e Nicole Kidman mentre mangia gli insetti
Gian Marco Centinaio e Nicole Kidman mentre mangia gli insetti 
Il vicepresidente del Senato: "Non si può dire che l’agricoltura contamina l'ambiente quando per trasportare tonnellate di prodotti esotici in giro per il mondo si inquina più di un agricoltore della Pianura Padana. Meglio la fiorentina che quella porcheria"
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Gli insetti a tavola? "Nicole Kidman dice che li mangia per salvare il pianeta (e facendolo ricorda molto i Visitors degli anni 80). Io il pianeta lo salvo in un altro modo, non certo accusando l'agricoltura tradizionale di inquinare il globo. E comunque a quella schifezza che mangiava la Kidman preferisco di gran lunga la bistecca fiorentina". Il vicepresidente del Senato, il leghista Gian Marco Centinaio, torna a parlare di cibo sintetico, tema di dibattito molto attuale che spesso anima discussioni sul web e in tv, uno dei cavalli di battaglia del suo impegno politico. E lo fa partendo da due presupposti.

Il primo: "Tanto per cominciare non si può dire che l’agricoltura contamina l'ambiente quando per trasportare tonnellate di prodotti esotici in giro per il mondo si inquina più di un agricoltore della Pianura Padana", dice Centinaio al Gusto, facendo riferimento al forte impatto inquinante del carburante necessario per far volare aerei e airbus. A questo proposito, in un confronto tv su La7 con l'onorevole Eleonora Evi di Europa Verde su ambiente e cibo sintetico, il vicepresidente del Senato precisa: "Non voglio indorare la pillola a nessuno, personalmente mi pongo a metà strada fra il ministro ed Evi. Da un lato il ministro dice che non potrà essere prodotta carne sintetica in Italia, ma purtroppo non è il governo italiano che decide su questo tema, ma l'Unione Europea. Se l'Ue dice che questo cibo è autorizzabile, ahimè lo è, e a quel punto dobbiamo fare una battaglia diversa. Dall'altro lato, c'è l'onorevole Evy che dice che la zootecnica inquina più di ogni altra cosa. Be' a tal proposito vorrei far notare che quando durante il lockdown, in pandemia, non funzionavano le fabbriche e la metà degli aerei erano fermi mentre le azende agricole lavoravano regolarmente, l'inquinamento era diminuito".

La seconda riflessione di Centinaio riguarda l'approccio comunicativo e anche linguistico al tema novel food: "È importante è che il consumatore venga ben informato: gli alimenti sintetici non sono carne, non possiamo parlare di bistecca di tofu, di micelio o di hamburger sintetico, devono avere un altro nome. La carne è fatta dalla zootenica, che è una cosa a se stante. Tutto il resto sono cose diverse. Se voglio mangiare una bistecca, vado dal macellaio. Voglio mangiare una di quelle porcherie che abbiamo citato? Vado e prendo un'altra cosa, da un'altra parte. Se partiamo da questo presupposto si ragiona, altrimenti mi metto anche io sulle barricate".

Gian Marco Centinaio
Gian Marco Centinaio 

"In ogni caso, preferisco i prodotti della nostra agricoltura - aggiunge Centinaio - e lavoreremo per valorizzare quello che ci ha permesso di diventare i migliori al mondo: il made in Italy agroalimentare".

Giusto chiamare le cose e i cibi con il proprio nome per non causare fraintendimenti nel consumatore, ma il tema del cibo sintetico, oltre e più che il made in Italy, chiama in causa un approccio nuovo, di tipo culturale. In Italia già si producono farine di insetto e l'Unione europea ha approvato la commercializzazione delle tarme della farina essiccate come alimento, il primo insetto edibile messo sul mercato in Europa. 

Una novità per il nostro Paese e per gli altri Stati europei, ma non per il resto del mondo, basti dire che un terzo della popolazione globale già consuma 1900 specie di insetti.

 

Certo, la tradizione enogastronomica italiana si concilia a fatica con questa rivoluzione culturale della tavola che oggi, e soprattutto per le nuove generazioni, appare più che mai legata alla tutela della natura a causa dell'elevato costo ambientale e sociale degli allevamenti di animali: c'è una ceisi climatica a cui far fronte e urgono azioni concrete. Ma dal punto di vista comunicativo, è necessario approfondire il tema studiando i numeri del fenomeno e le possibili soluzioni, anche alimentari, evitando di puntare il dito a "prescindere" contro l'agricoltura con accuse generiche e superficiali.