Tra gli effetti collaterali del Covid, oltre alla passione dilagante per lieviti e farine, ce n’è uno davvero imprevisto: la vendita di pentole in quantità. Sono stati sorpresi anche a Omegna, nel quartier generale di Lagostina, azienda storica che il 7 luglio ha festeggiato, con tanto di francobollo e torta celebrativa i suoi 120 anni. Dalle posate in ferro stagnato del 1901 alle dodici isole robotizzate di oggi. Dalle casseruole ai “sistemi di cottura”. Sono a 900.000 pezzi dall’inizio del 2021 (e chiuderanno l’anno sopra il milione), hanno assunto trenta nuovi operai, raddoppiato i turni, e lavorano anche il sabato. Non succedeva da tanto. I numeri pre-Covid erano parecchio più bassi, sotto il mezzo milione. Siamo di fronte a un raddoppio degli ordini, il cento per cento della produzione. Guardando le centinaia di pentole a pressione, padelle e tegami che scorrono sui nastri per la fase finale, spazzolatura e lucidatura, pronti per essere spediti, possiamo immaginare quanto le case degli italiani fossero sguarnite.

Ovviamente il marketing ha studiato il fenomeno, e la spiegazione non è complicata: molti, abituati a mangiare fuori, in cucina tenevano il basico, o anche meno, specialmente nelle grandi città. ” Durante la pandemia, la gente ha ricominciato a cucinare, e ha scoperto di non avere gli strumenti”, spiega Antonino Cannavacciuolo, due stelle Michelin con il ristorante “Villa Crespi”, chef napoletano convertito ai laghi e brand ambassador di Lagostina, “che tristezza, avere una padella e un pentolino…. A casa mia, se aprivi gli sportelli della cucina, trovavi pentole per qualsiasi cottura. Sono convinto che, recuperato questo sapere (e piacere) gli italiani non smetteranno. Almeno il virus ci ha lasciato una buona abitudine”.

Racconta: "I miei avevano le Lagostina, le ricordo da piccolo, praticamente ci sono cresciuto, e poi le ho ritrovate qui. Ma vedo che la batteria da cucina sta tornando di moda tra i giovani, come regalo, nelle liste di nozze dei Millennial, dopo essere stata trascurata per un po’. Lo stesso vale per la pentola a pressione, usata in maniera diversa, su cotture semplici come le verdure, pronte in un attimo, e le patate, in otto minuti (non devi per forza fare il brasato). Aiuta a risparmiare tempo e a non sprecare energia ”.

Sul tema green a Omegna sono particolarmente sensibili. Puntano, con la nuova linea “Icona”, sull’acciaio riciclato e riciclabile al cento per cento, su packaging sostenibili, sull’eliminazione quasi totale (90%) della plastica, sulla tecnologia.” E da questa settimana”, annuncia Stéphane Bonny, direttore generale Lagostina, ” il nostro sito web diventa anche di e-commerce. Così creiamo, per la prima volta, un collegamento diretto con i consumatori ”. Ovviamente nessuno vuol perdere gli effetti del boom. Dice Francesco Baldissera, direttore marketing: ”La nostra app, con cento ricette per la pentola a pressione, ha già totalizzato due milioni di download, e contiamo sulla collaborazione di influencer come Sonia Peronaci per restare vicini al mondo digitale”.

La società cambia, il gusto si evolve. Per esempio, a fronte delle tantissime pentole in acciaio, i coperchi sono soltanto centomila, perché gli italiani preferiscono il vetro, trasparente e meno costoso. Cambia la comunicazione, diventata unisex, e basta guardare al passato per capirlo. Dalla massaia abbracciata alla pentola per gli spaghetti nel 1934 alla spedizione scientifico-alpinistica in Afghanistan del ’67, rivolta agli uomini, dalla signora in abito da cocktail, tacchi alti e guanti al gomito del 1989 ( “Abbiamo fatto una rivoluzione per toglierla dalla cucina”) che può uscire grazie alla velocità della pentola a pressione (non a caso ne sono state vendute venticinque milioni in 120 anni), arriviamo ai messaggi universali del presente, dietetici ed ecologici. Tutti hanno bisogno di risparmiare tempo. Tutti hanno bisogno di sentirsi più buoni e più verdi. Tutti hanno bisogno, una volta ogni tanto, di sentirsi chef (Cannavacciuolo approva). Gli uomini si appassionano, le donne recuperano una cultura materiale molto femminile, più per piacere che per necessità. Corsi e ricorsi. E Lagostina è sempre lì.
