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L'arte di disegnare la scienza per tutti

Angela Morelli, information designer, con il professor Tony Allan, l'ideatore del concetto di "acqua virtuale" (foto: Sarah Roesink)
Angela Morelli, information designer, con il professor Tony Allan, l'ideatore del concetto di "acqua virtuale" (foto: Sarah Roesink) 
Il design dell’informazione svolge un ruolo unico nello spiegare la complessità e nel far sì che la conoscenza sia alla portata di tutti
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"Quando i dati e le informazioni possono essere compresi hanno un valore enorme, perché la comprensione può far scattare l'azione e il cambiamento". Angela Morelli (molisana, 47 anni) spiega così il lavoro che fa da quindici anni, fin da quando si è innamorata del design "non fine a se stesso, ma per l'impatto che si può ottenere comunicando con chiarezza e bellezza". Il suo mestiere consiste nel tradurre la scienza in informazione visiva. Nel 2012 è stata nominata Young Global Leader dal World Economic Forum per la comunicazione della scienza dell'acqua virtuale e dell'impronta idrica attraverso l'information design. Una materia che ha insegnato nelle università di Oslo, Londra, Reading, Portsmouth, Sydney, Parigi.


Oggi Angela Morelli è Ceo di InfoDesignLab, "un'azienda nata dall'idea che per comunicare la scienza in modo efficace è importante progettare in modo partecipativo, con il coinvolgimento di coloro a cui destiniamo la comunicazione e soprattutto degli scienziati". Il lab aiuta aziende e organizzazioni a trasformare dati complessi in narrazioni significative e comprensibili. Recente è la collaborazione con l'Ipcc, il Gruppo Intergovernativo delle Nazioni Unite che studia il riscaldamento globale. "Collaboriamo con persone che hanno competenze diverse e che si trovano in tutto il mondo". Si tratta di rendere accessibili dati complessi a un pubblico ampio, perché vengano prese decisioni informate sulle grandi sfide da affrontare, dall'istruzione alla salute, dalla giustizia sociale al clima. "E non è sempre una passeggiata, perché spesso ci ritroviamo a dover rompere muri spessi, ma c'è anche un'enorme opportunità in questo lavoro". Quella, appunto, di poter essere il motore del cambiamento.