L’accordo raggiunto oggi dall’Unione europea (ancora da ratificare) sulla revisione della direttiva sulle energie rinnovabili - uno degli elementi chiave del Pacchetto Fit for 55 - rappresenta una svolta nella creazione dell’impalcatura legislativa necessaria sia agli obiettivi climatici sia all’indipendenza energetica degli Stati membri. Al centro dell’accordo troviamo l’obiettivo vincolante di percentuale di energia rinnovabile (quota di energia da fonti rinnovabili sul consumo finale lordo) al 2030 – quindi energia elettrica, ma anche per esempio combustibili e idrogeno. La Commissione aveva proposto nel luglio 2021 di innalzare l’obiettivo dal 32% al 40%, poi al 45% con lo scopo di ridurre la dipendenza dal gas russo a seguito dell’invasione dell’Ucraina. L’accordo raggiunto oggi conferma questo aumento di ambizione, ma con un compromesso per cui l’obiettivo vincolante è del 42,5%, con l’opzione di un ulteriore 2,5% addizionale su base volontaria.
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La strada imboccata da Bruxelles, anche nell’ottica di una soluzione strutturale alle questioni di sicurezza energetica, è sempre di più quella della sostituzione del gas e altri combustibili fossili con energia prodotta da fonti rinnovabili. Un target ambizioso con significativi benefici economici, oltre che geopolitici e climatici. Secondo un’analisi del Think Tank Ember, un obiettivo del 45% dimezzerebbe le importazioni di gas e porterebbe a risparmi di 200 miliardi di euro a livello EU tra il 2025 e il 2030.
Non è ancora chiaro quale sarà il contributo richiesto all’Italia all’interno del target europeo, ma è certo che andare dal 19% del 2021 fino ad un obiettivo compatibile con quello europeo richiederà uno sforzo significativo nei prossimi anni. Sarà cruciale il contributo delle rinnovabili nel settore elettrico, che per l’Italia dovrebbero passare dai 60 GW attuali a oltre 85 GW al 2030. In questo senso sono positive le dichiarazioni del Ministro Pichetto-Fratin sull’obiettivo di aggiungere intorno agli 80 GW di generazione rinnovabile al 2030, ma è ora necessario un quadro di riferimento chiaro, che dia a investitori e consumatori segnali incontrovertibili della direzione intrapresa. Accelerare il processo di approvazione dei progetti rinnovabili è ora fondamentale - non a caso sulla questione interviene anche l’accordo raggiunto oggi - fissando dei tempi massimi per le procedure autorizzative a livello europeo.
(*L'autore è Responsabile Programma Europa, di ECCO think tank italiano per il clima)