Il problema, Sara, l'ha avuto davanti agli occhi fin da quando era bambina. Solo che nel tempo, spiega, certe cose diventano parte di te senza accorgertene: ora ha aperto gli occhi e spinta da una nuova coscienza spera di poterle cambiare. Sara Carpegna, 22 anni, è cresciuta davanti alla centrale a carbone di Civitavecchia. "È sempre stata parte di me, della mia vita, dello skyline della mia città, continuando ad emettere per anni. Poi, quando dopo la scuola mi sono trasferita a Roma per studiare, ho cominciato a interessarmi sempre di più alle tematiche ambientali e capire l'importanza dei danni di questa centrale, delle emissioni, così come del porto della città e di tante altre cose che in questa periferia non vanno".
Oggi Sara è una delle responsabili di Fridays For Future Civitavecchia e si batte affinché la città in cui è nata finalmente "cambi, diventi sostenibile, magari un laboratorio verde, dato che abbiamo tante risorse. Possiamo trasformarla per il bene del Pianeta".
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"Ad aprile qui ospiteremo attivisti da tutta Italia per confrontarci, attraverso convegni, iniziative, workshop, incontri e una manifestazione di domenica. Studieremo insieme in vista delle prossime azioni che programmeremo per far sentire ancor di più la nostra voce, per chiedere un cambiamento reale".
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Sara racconta che "oltre al carbone, abbiamo il problema di un biodigestore nel nostro territorio che vogliono costruire, così come piani per ospitare rifiuti da altre città. Ci siamo già mobilitati per opporci a un'altra centrale a gas e allo stesso tempo cerchiamo di coinvolgere sempre di più i cittadini nelle nostre battaglie. Qui a Civitavecchia il ricatto occupazionale non ha più funzionato: i lavoratori hanno fatto fronte comune con noi per opporsi per esempio alla centrale a gas e come noi credono in progetti alternativi molto validi, che passano per iniziative più sostenibili".
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di Giacomo TalignaniVenerdì 25 marzo lo sciopero globale per il clima e contro la guerra in Ucraina dei Fridays for Future, che scenderanno in piazza, dalla parte di chi paga il prezzo più alto della crisi, a livello globale e locale. Raccontiamo le loro storie per capire meglio chi sono e perché manifestano
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