A 13 anni, tornata da scuola e vedendo un servizio sul riscaldamento globale in tv, una sensazione l'ha colta e non l'ha più lasciata: "Cosa sto facendo io per questo Pianeta che ha bisogno di aiuto?". Da allora, non ha più smesso di provare a combattere in nome del futuro della Terra. Oggi, Alice Quattrocchi, 16 anni, studentessa al liceo classico, è una dei responsabili di Fridays For Future Catania che con un impegno quotidiano prova a cambiare il mondo partendo dalla sua Sicilia.
Alice ricorda quando "in terza media ascoltai un servizio al pomeriggio che parlava di un summit sul clima. Dicevano che avevamo ancora sette anni di tempo per invertire la rotta della crisi climatica. Era un argomento di cui non sapevo nulla, non ne parlava nessuno, l'ambiente era un tema di nicchia. Mi ha preso una sensazione che non so descrivere, mi sono chiesta come facessi a rimanere in poltrona senza fare nulla. Così già alle medie, dopo che anche mia mamma mi ha mostrato quello che stava facendo Greta Thunberg, ho cominciato a fare l'attivista: organizzavo incontri, dibattiti, provavo a coinvolgere i miei compagni di classe sul tema".
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In vista del grande sciopero globale del 25 marzo a Catania gli attivisti di Fridays stanno provando soprattutto a coinvolgere gli studenti. "Con la pandemia l'entusiasmo è rallentato, ma ora sta riprendendo forza. Sappiamo che è fondamentale la partecipazione delle scuole per portare il nostro messaggio, per reagire all'inazione. Con loro facciamo assemblee, incontri, parliamo di clima e report scientifici: facciamo capire quanto possiamo fare, noi giovani, protestando e alzando la voce. Dobbiamo mostrarci uniti".
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Ma il grande sciopero sarà anche l'occasione per parlare di quello che a Catania "ormai subiamo sulla nostra pelle - ricorda Quattrocchi - come le ondate di calore e le temperature ormai estreme, con problemi che si ripercuotono sull'agricoltura, oltre ai danni delle alluvioni che hanno fatto vittime. Noi chiediamo misure di adattamento e mitigazione, ma qui non arrivano risposte. Lo stesso vale per lo stop alla cementificazione: tempo fa in un'area verde, ricca di biodiversità e storia, si è tornati a parlare di cominciare a costruire. Non si può più ragionare così, le cose devono cambiare".
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