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Agnese Casadei, 22 anni, FFF Forlì
Agnese Casadei, 22 anni, FFF Forlì 

Agnese Casadei: "Attivista ogni giorno per chiudere l'inceneritore che avvelena la mia Forlì"

Venerdì 25 marzo lo sciopero globale per il clima e contro la guerra in Ucraina dei Fridays for Future, che scenderanno in piazza, dalla parte di chi paga il prezzo più alto della crisi, a livello globale e locale. Raccontiamo le loro storie per capire meglio chi sono e perché manifestano

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"Ho sempre voluto fare l'insegnante di inglese, ma l'attivismo mi sta aprendo nuove strade". Agnese Casadei, classe 1999, nata e cresciuta a Forlì, studia lingue per la comunicazione internazionale a Modena. Ma da quando è entrata a far parte di Fridays for Future intravede all'orizzonte nuove possibilità. "È una passione che potrebbe cambiare il mio percorso".

Agnese è oggi nel coordinamento di Fridays For Future della sua città ma il clima e l'ambiente non sono sempre stati la sua priorità. "Ero sensibile alle tematiche sociali e ai diritti umani, già alle superiori facevo parte di molti gruppi studenteschi, ma non avevo mai esplorato il mondo dell'ambientalismo". Si è avvicinata al movimento solo poco prima dello sciopero globale per il clima del 15 marzo 2019. Sull'onda di Greta Thunberg ha iniziato a informarsi e ha deciso di prendere parte alla manifestazione, poi ai presidi e alle iniziative in piazza. "Adesso mi ci dedico ogni giorno".

Alla luce di questo nuovo impegno sta preparando lo sciopero globale del 25 marzo. Ma il corteo da piazzale della Vittoria al campus Unibo ancora non è certo: "I contagi covid stanno risalendo e non è detto che tra due settimane saremo messi meglio di adesso. Se restiamo in zona gialla non sarà ammesso", spiega Agnese. Che ha già in serbo delle alternative: "Potremmo optare per un presidio statico oppure per un critical mass in bicicletta. Terremo tutti informati".
A prescindere dalle modalità, gli attivisti sono pronti a far sentire le loro richieste. Tre, secondo Agnese, sono i problemi della città: mobilità, cementificazione e inceneritori. "Nonostante Forlì sia una città pianeggiante e un terreno fertile per le ciclabili, non viene fatto molto per incentivare l'uso della bicicletta. Quando poniamo il problema all'amministrazione ci viene risposto che ci sono 8 chilometri di piste. Peccato siano discontinue, in pessime condizioni, pericolose. L'auto è considerata più importante: lo dimostrano i nuovi parcheggi, la restrizione delle aree ztl in centro, l'ampliamento dell'autostrada..."

Di pari passo con il problema del trasporto sostenibile viaggia quello sugli spazi verdi: "Non è una priorità", accusa Agnese. "Non ci sono obiettivi e calcoli per compensare il suolo che si consuma con la cementificazione. Continuano a costruire superstore: ci sono ben 96 progetti e di alcuni sono già iniziati i lavori. Mentre dei 5mila alberi che dicono di voler piantare ancora non si è visto molto".
Infine gli inceneritori: quello di EcoEridania, che brucia 32mila tonnellate annue di rifiuti speciali, e il termovalorizzatore di Hera, che smaltisce 125mila tonnellate annue di rifiuti urbani e che da solo è responsabile del 14% delle emissioni di anidride carbonica della città. "È una battaglia - conclude Agnese - molto sentita dai cittadini e che va avanti da decenni. Hanno detto che l'inceneritore urbano verrà chiuso entro il 2027, ma anche qui non si capisce se rispetteranno le promesse".