Giorgio Brizio, 20 anni, studente di Scienze Internazionali a Torino, si prepara per lo sciopero gobale per il clima del 25 marzo. Metà piemontese e metà siciliano, racconta di avere da tempo nel sangue "due grandi temi che mi appassionano, le migrazioni e la crisi climatica". Nel febbraio del 2019, quasi per caso vede una storia su Instagram in cui si parla di "sciopero per il clima". Curioso, decide di coinvolgere i suoi compagni di classe di quarta liceo e andare in piazza a vedere di che si tratta: "Quando siamo arrivati, non c'era quasi nessuno. Abbiamo capito che i manifestanti saremmo stati noi. Poi pian piano è arrivata altra gente e, confrontandoci, è iniziato il nostro appello per il clima", spiega a Green&Blue.
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Come recita il motto di Fridays For Future, quando scenderà in piazza insieme agli amici di FFF Torino, non solo porterà il suo sguardo globale, ma anche quello locale. "A Torino - ricorda Brizio - abbiamo una emergenza inquinamento, che ha cause che si sovrappongono con quelle della crisi climatica. Qui ogni anno abbiamo 900 morti premature legate all'inquinamento e l'aspettativa di vita piemontese è di nove mesi inferiore rispetto ad altre zone d'Italia. Così non va bene. Ora c'è una nuova amministrazione, speriamo ci aiuti a cambiare".
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Fridays for Future

Giorgio Brizio: "Dalle stories all'onda verde: mi batto per la giustizia climatica e per la mia Torino"
di Giacomo TalignaniVenerdì 25 marzo lo sciopero globale per il clima e contro la guerra in Ucraina dei Fridays for Future, che scenderanno in piazza, dalla parte di chi paga il prezzo più alto della crisi, a livello globale e locale. Raccontiamo le loro storie per capire meglio chi sono e perché manifestano
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Le proteste
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