Sotto il portico c’è uno scaffale su cui sono allineati stivali di gomma di varie misure e fogge. I bambini li indossano il giovedì, per la passeggiata nel bosco, ma anche gli altri giorni della settimana per le attività nell’orto o per le escursioni tra vigne e campi. Perché al giardino d’infanzia “Intorno al melo” la didattica prevede che si trascorra molto tempo all’aperto e s’impari così come il paesaggio si trasforma in ogni stagione. In questo asilo – che ha sede in una cascina dell’azienda agricola “La Raia” di Novi Ligure, in provincia di Alessandria – vengono accolti alunni dai tre ai sei anni e si segue l’indirizzo Steiner-Waldorf. A fondarlo è stata Caterina Rossi Cairo, 43 anni e una laurea in Architettura; a gestirlo è l’associazione “Cascina del Melo”.
“Io e mio marito Tom, giovani e con un figlio in arrivo, ci siamo presi un anno sabbatico per studiare il pensiero di Rudolf Steiner – racconta Caterina – abbiamo allora deciso di applicare le sue idee alla Raia, l’azienda che la mia famiglia aveva acquistato nel 2002 e in cui entrambi lavoravamo come agricoltori. Innanzitutto, abbiamo contribuito a renderla biologica e poi biodinamica. Nel 2005, l’abbiamo affiancata all’asilo affinché diventasse un centro di cultura in senso lato”. Un progetto economico e pedagogico, insomma, basato sulle forze risanatrici della natura. E le famiglie della zona hanno apprezzato, visto che la struttura è frequentata da più di 20 bambini e che presto nascerà una nuova sezione per soddisfare ulteriori richieste.
Nella stessa cascina, nel 2010, è nata anche la scuola “Leonardo”: un istituto organizzato per l’educazione parentale dei ragazzi delle elementari (validata attraverso esami d’idoneità e quello di Stato per la classe 5^) e trasferito in seguito a Novi Ligure per ragioni di spazio. Qui Caterina insegna lingua inglese. Ogni settimana, gli studenti vengono portati alla Raia per godere della campagna e del panorama offerto dalle colline del Gavi. “Soprattutto nella prima fase della loro vita – continua la fondatrice – devono crescere in un ambiente che permetta di svilupparsi in autonomia, di muoversi tanto e di stimolare la creatività. Perciò servono giochi essenziali, colori, manualità e amore. Nel nostro asilo si respira l’atmosfera di una grande casa”.
Secondo il metodo steineriano, il piano formativo è calibrato per adattarsi alle diverse esigenze che i bambini avvertono durante la loro evoluzione e l’apprendimento è supportato dall’esperienza concreta. Il percorso coinvolge genitori, maestri, artisti, artigiani e figure che costruiscano una comunità e diano l’esempio. I più piccoli macinano il grano, impastano il pane, modellano la cera, dipingono ad acquarello, cuciono o tessono al telaio. E, indipendentemente dal clima, stanno all’esterno. “Il verde e la terra da cui siamo circondati sono da sempre la nostra fortuna e ancor più lo sono stati nell’ultimo periodo – assicura Caterina – nonostante la pandemia, abbiamo sofferto meno rispetto a chi abita in città”.
Il giardino d’infanzia e la scuola sono finanziati esclusivamente con le donazioni private e i contributi versati dalle famiglie degli iscritti; sono aperti a tutti, ma rappresentano pure un servizio di welfare a disposizione dei dipendenti della Raia. Del resto, sono parte integrante dell’azienda e di questo posto ricco di biodiversità e dalla radicata tradizione vitivinicola. Adesso, in cantina si sta procedendo all’imbottigliamento e all’etichettatura; tra i filari, invece, è un’esplosione di germogli.
La tenuta dei Rossi Cairo si estende per oltre 180 ettari, che comprendono aree a vigneto e a seminativo, un lago, prati e boschi popolati da tante specie di piante e animali: castagno, acacia, sambuco; cinghiali, caprioli, lucciole e api, che trovano costantemente varietà di nettari e pollini. L’obiettivo è stato sin da subito recuperare e valorizzare l’ecosistema originale. È partita la riconversione di suoli e viti, è stata ripristinata la rotazione dei terreni; sono state reinserite coltivazioni antiche, come quella del farro monococco, ed è stato reintrodotto l’allevamento del bestiame a pascolo. Nei vigneti si usano sostanze e tecniche, come il sovescio, che salvaguardano la fertilità.
Il responsabile delle attività agricole ora è Piero, 37 anni, fratello di Caterina ed ex avvocato: “Essere un’azienda biodinamica – spiega – significa avere un approccio olistico, non fare monocoltura, autoprodurre le risorse necessarie e comportarsi come custodi della terra. Scelte che hanno determinato la qualità certificata dei nostri vini e ci hanno aiutato a preservare il territorio in termini di bellezza. L’agricoltura ha inevitabilmente un impatto sull’ambiente, quindi bisogna cercare di ridurlo al minimo. Occorre bilanciare produttività e sostenibilità. Perché è così che il modello d’impresa si diffonde e acquisisce slancio commerciale”.