Clima, attenzione agli uragani: in America è record
di Simone Valesini
Il passaggio dell'uragano Iota a Lima, in Perù (afp)
La stagione di quest’anno ha superato ogni record, con 29 uragani e tempeste tropicali che hanno colpito il continente da maggio a oggi. Non è possibile stabilire un legame certo con i cambiamenti climatici, ma i dubbi ormai sono sempre meno
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Non bastava la pandemia. Questo 2020 nel continente americano sarà ricordato anche per gli effetti devastanti della peggiore stagione degli uragani atlantici mai registrata: sono stati ben 29 quest’anno (tra uragani e tempeste tropicali), scalzando dal podio l’annata del 2005, ferma ad appena 27 tempeste tropicali nel corso dell’anno. Un numero record che ha esaurito i nomi previsti nella lista stilata dalla World Meterological Organization, forzando gli esperti a indicarli con le lettere dell’alfabeto greco. Per questo, l’uragano Eta non ha fatto in tempo a finire di devastare il Centro America con i suoi venti a 240 chilometri orari, che una nuova minaccia, l’uragano Iota, è già pronto a colpire nelle stesse aree. Cosa rende il clima sempre più imprevedibile e inclemente? Il primo indiziato ovviamente sono i cambiamenti climatici causati dall’inquinamento umano. E se è impossibile stabilire se siano loro i responsabili della stagione di uragani da record che sta colpendo il continente americano, molti esperti assicurano che lo zampino del riscaldamento globale sta contribuendo, se non altro, a rendere questi eventi meteo estremi più frequenti e pericolosi
La forza di un uragano dipende infatti in larga parte dalle temperature. Come spiega sulle pagine del Guardian il meteorologo americano Jeff Masters, più è elevata la temperatura delle acque superficiali dell’oceano nelle aree in cui si forma una tempesta (e poi un uragano) maggiore sarà l’energia che sprigionerà con i suoi venti. E maggiore è la temperatura dell’aria, maggiore sarà la percentuale di umidità che può trattenere, e che può poi essere riversata sotto forma di pioggia nel corso di una tempesta.
“Ci aspettiamo che le temperature elevate delle acque dell’oceano dovute ai cambiamenti climatici rendano ancora più potenti le tempeste più forti, e le facciano intensificare più rapidamente, e più spesso”, spiega Masters. “Sono fenomeni che abbiamo già osservato, in particolare nelle aree atlantiche, e che non faranno che aumentare nei prossimi decenni. Il calore è energia, e l’aumento delle temperature non fa che intensificare qualunque condizione meteo sia presente in una data area”.
Non è tutto, perché negli ultimi anni si sta assistendo anche ad altri fenomeni preoccupanti: gli uragani negli ultimi decenni hanno iniziato a muoversi più lentamente, aumentando le chance che provochino allagamenti passando sulla terra ferma, e hanno iniziato a intensificarsi più rapidamente, rendendo estremamente complicato per gli esperti cercare di prevederne l’evoluzione. Detto questo, è possibile stabilire una causa certa per il numero record di uragani di quest’anno? Non proprio, perché è quasi impossibile collegare un singolo evento meteo ai cambiamenti climatici.
Il climatologo James P. Kossin, intervistato dal New York Times, non sembra comunque avere dubbi: “l’aumento delle temperature dell’oceano è senz’altro alla radice di questa stagione iperattiva – assicura l’esperto – ed è se non altro estremamente probabile che i cambiamenti climatici causati dall’attività umana abbiano contribuito a causare le temperature anomale che vediamo nell’oceano”.