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Credit: Emanuela De Meo / CPP
Credit: Emanuela De Meo / CPP 

Vaticano, lo Stato più verde del mondo

Anche nella Santa Sede si seguono le regole della sostenibilità. Come? Zero pesticidi, rete idrica senza sprechi, rifiuti organici trasformati in compost, niente plastica monouso, luci led, pannelli solari e impianti fotovoltaici per la produzione di energia elettrica. Tutto nel rispetto dell'enciclica green di papa Francesco

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CITTA' DEL VATICANO - Nel pontificato della "Laudato si'" prelati e dipendenti d'Oltretevere stanno lavorando per "rendere il Vaticano lo Stato più verde del mondo". Lungo la via della "sostenibilità ambientale" è in corso dentro le mura leonine quella "conversione ecologica" predicata da Papa Francesco nella sua Enciclica "green". Rafael Tornini, responsabile del Servizio Giardini e Ambiente, ci accompagna alla scoperta delle "buone pratiche ambientali" tra i Sacri Palazzi. Ogni giorno Tornini cura il "cuore verde" che occupa 23 dei 44 ettari del più piccolo Stato del pianeta; e poi, amministra la nettezza urbana. Nel 2017 "siamo partiti con il progetto 'Giardini bio': eliminare in quattro anni tutti i pesticidi e le concimazioni di origine chimica, e sostituirli con prodotti naturali. Oggi possiamo dire di avere raggiunto il risultato con un anno di anticipo". È stato necessario, e continua a esserlo, basarsi su "quattro principi operativi: una buona nutrizione delle piante; un sistema di trattamento preciso e diversificato; la corretta potatura, che non sia drastica ma di mantenimento, anche perché il nostro parco è prevalentemente ornamentale; e il monitoraggio costante per segnalare tempestivamente anomalie o malattie in corso".


In tutto questo si inserisce l'irrigazione: "In due anni è stato portato a termine il rifacimento dell'impianto per modernizzare la rete idrica. Quello vecchio risaliva agli anni '30, a cui poi erano state aggiunte modifiche poco logiche". Ora è "altamente tecnologico, con centraline che "dialogano tra loro". Inoltre possiamo gestirlo da remoto". Così, grazie anche ai circuiti chiusi delle fontane, "risparmiamo il 60/70% di acqua". E per il 2021 è previsto un ulteriore salto di qualità: "Saranno montate centraline meteo che forniranno valori indicativi su quando irrigare o meno".

Per la fertilità serve anche il terriccio, e "qui si chiude il cerchio: lo stiamo ricavando in modo autonomo, recuperando le ramaglie e i ritagli delle potature, oltre al materiale organico delle mense e dagli appartamenti". E un'accelerazione è in programma con l'installazione di "una compostiera elettromeccanica, prevista entro marzo, per la trasformazione dei rifiuti organici in un compost di qualità. In altre parole: ciò che togliamo alla natura poi glielo restituiamo, realizzando un ricircolo virtuoso".

Attuare le indicazioni della Laudato si' significa anche ottimizzare la raccolta differenziata. Così in tutte le Sacre Stanze sono state adottate procedure finalizzate allo smaltimento sia della spazzatura normale (organico, carta e materiali ferrosi) sia delle scorie speciali e pericolose (oli esausti, pneumatici, batterie, pattume ospedaliero). Oggi in Vaticano "siamo arrivati a un 65% di differenziazione di immondizia domestica, partendo dal 40% del 2017. L'obiettivo è crescere in due anni fino al 75%". E con la riqualificazione dell'ecocentro "si è ottenuto un netto miglioramento anche per quanto riguarda i rifiuti speciali, riuscendo a differenziare il 99%. Di questi, ne portiamo al riciclo più del 70%". E poi, "abbiamo abolito al 100% la plastica monouso. Siamo plastic free".

Per quanto riguarda la riduzione dei consumi, c'è "un continuo ricambio degli impianti elettrici con corpi illuminanti a led, sensori crepuscolari e di presenza di ultima generazione", ha recentemente illustrato monsignor Fernando Vérgez Alzaga, segretario generale del Governatorato. E sono stati montati "pannelli solari e impianti fotovoltaici, anche sul tetto di copertura dell'Aula Paolo VI, in grado di produrre energia elettrica senza diffondere sostanze inquinanti". La nuova illuminazione della Cappella Sistina "ha portato una contrazione di circa il 60% dei costi energetici e delle emissioni di gas serra, e un rallentamento dell'invecchiamento degli affreschi". Mentre gli apparati di luci di piazza San Pietro, del Colonnato del Bernini e della Basilica hanno permesso "una minore spesa di quasi l'80%, nonché una rivalutazione visiva delle superfici artistiche delle volte".

Di questo spirito "pionieristico", che può diventare modello planetario di "cittadinanza ecologica", il primo a essere apertamente soddisfatto è l'ispiratore: papa Francesco.