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"Quanta natura abbiamo distrutto in 10 anni", #10yearschallenge guarda all'ambiente

La versione ambientalista del gioco social che mette a confronto le immagini 2009-2019. Per sensibilizzare l'opinione pubblica sull'emergenza dei cambiamenti climatici

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MENO rughe ma più ghiacci. E' l'effetto del tempo che passa, dei cui effetti dovremmo preoccuparci tutti. Ma non su noi stessi. Il gioco social #10yearschallenge sposta l'attenzione dall'uomo alla natura, invitando a postare fotoconfronti 2009-2019 che rendano l'idea di com'era il nostro Pianeta piuttosto che condividere selfie per misurare il grado del nostro invecchiamento. Così, alle immagini delle star su Facebook e Instagram, si sono aggiunti anche i ritratti dell'Antartide ieri e oggi, l'Amazzonia spazzata via dalla deforestazione, il deserto del Sahara che avanza. 

Wwf e Greenpeace sono in pole position per la diffusione delle immagini che dimostrano gli effetti del clima che cambia. Ma in tanti, noti e meno noti, hanno accettato la sfida e si sono appassionati alla causa: "E' questo l'unico 10yearschallenge di cui vi dovreste preoccupare". E' dell'attore e regista Guillaume Canet, tra gli altri, la foto postata su Instagram per ricordare lo scioglimento dei ghiacci (2008-2018).

#10yearschallenge, la versione degli ambientalisti: così è cambiato il pianeta negli ultimi anni

"Questa #10yearschallenge mostra che l'uomo ha distrutto tantissima natura, ma che siamo ancora in tempo per vincere la sfida contro l'estinzione", avverte il Wwf. A farne le spese sono fauna e flora, Oceani e circoli polari.

"L'elefante africano è il più grosso mammifero al mondo e le sue zanne d'avorio possono arrivare fino a 2-3 metri di lunghezza. In 10 anni, il commercio dell'avorio è diventato sempre più devastante: sono 144mila gli elefanti africani che abbiamo perso tra il 2007 e il 2014 e una delle prime cause di morte per questi straordinari mammiferi è proprio il bracconaggio", spiega l'associazione.


"L'Africa è anche terra di rinoceronti, animali imponenti che rischiano di scomparire per sempre a causa del terribile commercio di corni. Solo in Sud Africa, in 10 anni sono stati più di 4mila i rinoceronti uccisi e, dal 2007 al 2016, il bracconaggio al rinoceronte è aumentato del 9000%", avvertono gli ambientalisti.

Non va meglio per il re degli animali. "In soli 21 anni (3 generazioni per l'animale), il mondo ha perso il 42% dei leoni che popolavano il continente africano. Secondo le stime dell'Iucn è probabile che in Africa sopravvivano meno di 20mila leoni, poiché negli ultimi decenni questi grandi felini si sono estinti in ben 12 Paesi subsahariani - spiega il Wwf - A minacciare ogni giorno la vita del leone sono la caccia delle popolazioni locali, il bracconaggio e il commercio illegale di chi lo considera un trofeo".

"Alla terribile minaccia della caccia e del bracconaggio, per queste tre specie simbolo, si aggiungono deforestazione, aumento della popolazione umana ed estensione dell'agricoltura, elementi che rendono sempre più inagibili i loro habitat", conclude l'associazione.