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Romeo, la rana più sola del mondo, ha trovato la sua Giulietta

"Romeo" è una rana acquatica Sehuenca, che da 10 anni vive al museo. Si riteneva potesse essere l'ultimo esemplare della sua specie, decimata da cambiamento climatico, deforestazioni e specie invasive che si cibano delle uova di rana. Un anno fa il lancio del profilo su un sito di dating per la raccolta fondi. E grazie alla spedizione per lui è stata trovata "Giulietta", con altre quattro simili

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"Juliet" e Teresa Camacho Badani
"Juliet" e Teresa Camacho Badani 
"ROMEO non è più solo: abbiamo finalmente trovato la sua Giulietta durante una spedizione nelle foreste della Bolivia, che è stata finanziata da tanti sostenitori grazie a un annuncio su un sito di cuori solitari" spiega Teresa Camacho Badani, biologa del museo di storia naturale Alcide d'Orbigny di Cochabamba (Bolivia). "Romeo" è una rana acquatica Sehuenca, che da 10 anni viveva al museo nella più sconsolata solitudine. 
"Temevamo che Romeo fosse l'ultimo della sua specie (Telmatobius yuracare), perché da quando lo abbiamo trovato in una sperduta foresta pluviale dello Yunga, non siamo più riusciti a trovarne altri esemplari. Il suo ambiente è diventato molto meno ospitale: in parte per il clima e per le deforestazioni, ma soprattutto per la crescente diffusione di parassitosi e di specie invasive di trote ghiotte delle uova di rana acquatica". Le specie d'acqua dolce, d'altra parte, sono tra gli animali più colpiti da quella che ormai si può chiamare la sesta estinzione di massa. 
Romeo (Credit: Robin Moore - Global Wildlife Conservation)
Romeo (Credit: Robin Moore - Global Wildlife Conservation) 
Così, nel 2018, mentre Romeo si faceva sempre più anziano, Teresa ha avuto un'idea. "Le rane vivono al più 15 anni. Essendo la specie di Romeo molto rara, non avevamo idea di quanto potesse vivere. Per quanto ne sapevamo, Romeo aveva già almeno 11 anni, e quindi bisognava fare qualcosa in fretta per scongiurare l'estinzione delle rane Sehueca" spiega la biologa. "Così, il giorno di San Valentino, abbiamo creato un profilo per Romeo sul sito di incontri Match.com, collegandolo a una raccolta fondi per finanziare una spedizione finalizzata a trovare "Giulietta"" spiega la biologa. 
 
 Il profilo da "cuore solitario" di Romeo conteneva vere e proprie chicche, come "Le cose che preferisco: Arturo, la persona che si occupa di me. L'acqua. I vermi. Cosa posso dire? Sono un tipo semplice". Per rendere ancora più popolare la campagna, i ricercatori boliviani hanno anche creato un profilo Twitter per Romeo, attraverso il quale diffondere aggiornamenti su di lui e notizie scientifiche sul mondo degli anfibi. 
 
La raccolta fondi è stata un successo: sono stati raccolti i 25.000 dollari necessari per una spedizione di una settimana, e sei biologi del museo naturale si sono quindi addentrati nella foresta pluviale a sei ore di distanza da Cochabamba.  "I primi giorni di ricerche sono stati faticosi, per la difficoltà nell'addentrarsi nella foresta, e tutte le ricerche sono state senza alcun frutto: non c'era proprio traccia di rane, non soltanto di quelle della stessa specie di Romeo". 
Romeo
Romeo 
E' stato proprio l'ultimo ruscello esplorato appena prima di ripartire verso la città a riservare la lieta sorpresa: "A pochi metri da una cascata ho visto un guizzo arancione e marroncino, e ho capito che Romeo non era più solo. L'arancione, infatti, è l'inconfondibile colore del ventre delle rane Sehuenca. Ne abbiamo trovate ben cinque: tre maschi e due femmine. Una delle quali spicca per energia e dinamismo: è davvero complementare a Romeo, che invece si muove in modo flemmatico. Sembrano fatti l'una per l'altro, così l'abbiamo chiamata Giulietta".
L'account Twitter di Romeo - Romeo the world's loneliest frog (no longer!), ovvero "Romeo, la rana più sola del mondo (non più!)" -  ha celebrato con entusiasmo il successo della spedizione: "My Juliet is found!!! " è il tweet del 15 gennaio.
Ma Romeo non ha potuto ancora incontrare Giulietta. "Al momento le nuove rane sono ancora in quarantena: dobbiamo assicurarci che non abbiano malattie o parassiti che potrebbero nuocere a Romeo" spiega Teresa Camacho Badani. "Superata la quarantena, cercheremo di far riprodurre le rane in condizioni sicure e controllate, per poterle poi, in un secondo momento, reintrodurre in quantità sufficiente nel loro ambiente naturale".  Dove Romeo potrà forse dimenticare quei suoi dieci anni di solitudine.