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Wwf: "7mila specie a rischio estinzione". Tutti i numeri del bracconaggio

Il nuovo rapporto bacchetta anche l'Italia, paese ad alto tasso di illegalità e criminalità ambientale. Per le Nazioni Unite si tratta di una minaccia alla sicurezza finanziaria mondiale

2 minuti di lettura
LA PERFEZIONE con cui opera la natura è visibile negli animali, dalla leggiadria dei volatili allo sguardo severo dei felini. Il rischio che settemila specie si estinguano è, però, concreto e la causa sono il bracconaggio e il commercio illegale nel mondo. Lo rivela il nuovo Report Wwf Bracconaggio Connection che promuove la Campagna SOS Animali in trappola.

·LA RACCOLTA FONDI: BASTA UN SMS
È possibile effettuare una donazione per sostenere la causa attraverso il numero 45590*, attivo fino al 20 maggio. I fondi raccolti finanzieranno tecnologie sofisticate per monitorare e proteggere le specie in pericolo, ampliando i campi antibracconaggio, sequestrando armi illegali e distruggendo trappole di vario tipo.

Il 20 maggio sarà la Giornata delle Oasi, durante la quale il Wwf, con la partecipazione delle Riserve dei Carabinieri e del Corpo Forestale, offrirà visite e attività gratuite in 100 aree protette in Italia.


·LA NATURA MINACCIATA
Elefanti, trichechi, ippopotami sono oggetto di continue persecuzioni da parte di mercenari interessati al loro avorio: ogni anno vengono uccisi 20mila elefanti, con un ritmo di 55 al giorno. I rinoceronti sono, invece, ambiti a causa del loro corno, che sul mercato nero vale più dell’oro e del platino, con un costo che arriva fino a 66mila dollari al chilo. Non si salvano neanche le tigri, uccise con trappole o fucili per i loro artigli, la loro carne e la loro pelliccia. Le ossa del magnifico felino possono avere un valore di 3000 dollari al chilo sul mercato nero asiatico. Il triste risultato è che, ad oggi, le tigri in Asia sono appena 3890. Quasi estinto il pangolino, la cui presenza è del tutto scomparsa in Cina, ma resiste nel continente africano e asiatico dove, in dieci anni, ne sono stati uccisi un milione di esemplari. La carne, le scaglie e la pelle sono la ragione per cui il pangolino è tanto bramato dai bracconieri. ·UN BUSINESS GLOBALE
Secondo il Wwf, esistono varie ragioni che spingono alla caccia. Una delle prime cause è il benessere dei paesi più ricchi, pronti a pagare per prodotti naturali illegali che le popolazioni più povere reperiscono nella speranza di ottenere facili guadagni. Oramai il bracconaggio è un business globale che si poggia su reti criminali organizzate che si occupano anche di droga, armi, beni contraffatti e traffico di esseri umani. La vendita illegale di prodotti di fauna selvatica è cresciuta del 70% anche su internet. Non a caso, secondo l’analisi delle Nazioni Unite, questo tipo di commercio illegale fa parte della threat finance che minaccia la sicurezza finanziaria mondiale. Non mancano connessioni con il terrorismo: stando al rapporto del Wwf, i venditori di armi illegali riforniscono sia i bracconieri che i jihadisti.


Tra le conseguenze, spicca l’impoverimento naturale dei Paesi più poveri, la cui maggiore ricchezza sarebbe proprio l’ambiente e la fauna. L’Italia, prima in Europa per biodiversità, non è da meno, ma anzi, è uno dei paesi ad alto tasso di illegalità e criminalità ambientale. Nella mappa dei crimini contro la fauna, il Wwf indica come aree particolarmente calde le valli bresciane e bergamasche, il Delta del Po, la Sicilia e il triangolo tra Toscana, Marche e Romagna. Il nord Italia sembra essere un inferno per uccelli, rapaci e specie di acqua dolce. Al centro è il lupo ad essere perseguitato, mentre sui monti siciliani entrano nel mirino acquile e falchi, le cui uova vengono derubate e rivendute soprattutto sul mercato nero arabo. L’impunità per questo tipo di reati in Italia è denunciata dal Wwf, che ha richiesto di riformare il sistema sanzionatorio penale e di introdurre il delitto di uccisione o cattura di specie protetta.


"Una delle peggiori forme di crimini di natura, il bracconaggio, si è insinuato come un virus nel mondo, Italia compresa – ha affermato la presidente del Wwf Italia, Donatella Bianchi – Abbiamo bisogno dell’aiuto di tutti per offrire ai nostri ranger le dotazioni necessarie per fermare i bracconieri e smantellare le reti criminali che spesso abbinano al traffico illegale di specie animali anche altri gravi forme di delinquenza, dal terrorismo al riciclaggio. Nel nostro Paese il successo di progetti di conservazione Made in Italy come quello che ha riportato, finalmente, la nidificazione del falco pescatore anche nell'Oasi Wwf di Orbetello rappresenta una grandissima iniezione di energia oltre che la migliore risposta a bracconieri e a chi distrugge la natura: è, finalmente, la vittoria di chi ha dedicato la vita, con sacrifici e competenza, a proteggere un patrimonio, fragile, delicato ma bellissimo e che appartiene a tutti noi".