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"Così si rischia l'estinzione". Ippopotami minacciati dal commercio dei denti

Meno noti delle zanne, smerciati a Hong Kong per l'avorio. Una ricerca svela cifre spaventose: "Sono più del previsto"

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CHI STA con gli ippopotami? Parafrasando uno dei film più famosi interpretati da Bud Spancer viene da chiedersi se l'attenzione internazionale sulla salvaguardia e la conservazione di questi animali sia ad oggi sufficiente. Perché mentre non mancano le campagne di sensibilizzazione e attenzione per i 'cugini' elefanti, a rischio estinzione, anche per gli ippopotami il futuro appare sempre più nero: secondo una ricerca pubblicata sull'Africa Journal of Ecology il commercio di denti di ippopotami è in aumento e indica cifre spaventose. 
 
Con i riflettori internazionali puntati sul bracconaggio e l'uccisione degli elefanti per il commercio delle zanne la morte di centinaia di ippopotami, uccisi per poter rivendere i denti d'avorio, sembra infatti essere passata negli anni in secondo piano. Questi animali per l'Unione mondiale per la conservazione della natura (Iucn) sono oggi considerati "vulnerabili" ma, se si andrà avanti fra bracconaggio, cambiamenti climatici e distruzione degli habitat, potrebbero scomparire nel giro di un secolo. In alcuni paesi asiatici il commercio dei denti di ippopotamo è tutt'ora legale e lo snodo principale delle contrattazioni resta Hong Kong. Proprio la scuola di Scienze biologiche dell'Università di Hong Kong ha deciso di indagare sul reale scambio di denti che passa per l'hub asiatico. 
 
I ricercatori hanno esaminato i dati raccolti dal 1975 dal CITES, la Convenzione internazionale sul commercio delle specie minacciate, e hanno scoperto che gli scambi maggiori relativi ai denti avvengono quasi tutti ad  Hong Kong (il 90%) e i pezzi d'avorio provengono per lo più (al 75%) da due paesi, Uganda e Tanzania. 
 
Il passo successivo è stato esaminare i volumi di traffico di esportazione dichiarati dai due paesi confrontandoli con quelli raccolti nei registri del Cites: in molti casi le cifre non tornavano, mostrando un numero maggiore di denti in commercio rispetto a quelli certificati dai paesi africani. Almeno 14mila kg di denti non erano stati registrati, cifra che equivale a 2.700 ippopotami o al 2% della popolazione di questi animali al mondo. 
 
"Questa brutale discordanza nei dati è sconvolgente e sfida la sopravvivenza delle popolazioni d'ippopotami in Africa" dicono Alexandra Andersson e Luke Gibson, autori della ricerca che chiedono alle autorità di Hong Kong "una maggiore e precisa conoscenza delle cifre e il controllo sulle specie in pericolo importate, vendute o esportate nel suo territorio. Il destino degli ippopotami e di altre specie dipende anche da questo. Senza questo, potrebbero arrivare all'estinzione".
 
Le popolazioni di ippopotami nel mondo, attualmente, continuano a diminuire. Secondo lo Iucn si stima un calo fra il 7 e il 20% negli ultimi decennio e si prevede un calo del 30% nei prossimi 30 anni. In uno dei parchi maggiori dell'Uganda, il Queen Elizabeth, negli anni Cinquanta si contavano 21mila esemplari: nelle ultime stime tracciate, nel 2005, erano poco più di duemila.