Neanche il tempo di mandar giù il nocino e copiare le formazioni, Zampano crossa e Zigoni in mezzo all’area la mette dentro. Alè, discesa. Invece non succede più niente fino all’intervallo, fa anche caldo, e poi tocca alla Ternana far qualcosa per pareggiare. La sensazione è quella di una partita contro una squadra piena di magagne, una Ternana che ci mette il cuore ma non ha altro da mettere. Secondo tempo, primo contropiede, flipper in area, Moreo, il portiere, un rimpallo addosso a Vitiello, la palla che va sul palo e ancora il portiere Plizzari che nello slancio se la butta dentro. Gol da Gialappa, ma non importa. Partita finita? Dovrebbe. Ma se la scorsa settimana per il gol del Parma abbiamo scritto di un colpo di sonno, stavolta dal 38’al 39’non c’è definizione, boh, black out, assenteismo, coma agonistico. Perché Montalto risolve una mischia da due passi e neanche un minuto dopo Varone (che come Moltalto era stato pescato dalla panchina) prende palla, fa venti metri e sgancia un destro che sbriciola il sogno veneziano. 2-2 e si fa fatica a rendersene conto. Folle Venezia, come si può? Una partita parsa quasi facile, cominciata da 1-0, con Audero a prendere due cross in tutto, indisturbato, la partita giusta dopo lo 0-1 incassato contro il Parma. Un Venezia con una difesa quasi impenetrabile, ecco perché è dura spiegare i due gol in un minuto. Un centrocampo robusto, aiutato da un generoso e prezioso Moreo (meritava il gol, quel gol del 2-0 che un po’è anche suo) e un attacco che pur non essendo travolgente ha sfruttato il pallone giusto. Il tutto al vento senza capire perché. E con la paura che, negli ultimi minuti, magari finisce che perdi, per il tiro della disperazione, il cross dello “speriamo”, la palla vagante. E invece no, non è il Venezia che la butta via, ma la Ternana. Pieno recupero, corner, Bentivoglio la mette in mezzo e in mezzo, tra i difensori alti ma lenti in maglia rossoverde, spunta il vecchio pirata Domizzi, esperienza e tatuaggi da vendere. Testina giusta al posto giusto, palla giusta nell’angolo che Plizzari non può coprire. Voilà, 3-2 arancioneroverde, festa sotto la curva dei tifosi arrivati dalla laguna, tornati a casa felici per i tre punti e un velo d’abbronzatura. Bella e strana, questa sfida con tutti i suoi assurdi. Il Venezia che non segna mai saluta, con il tre.
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